Isaia - episodio 4

Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse

Continuiamo la lettura del profeta Isaia con un altro noto passo che annunzia l’arrivo del liberatore messianico: il “germoglio di Iesse”. Il contesto in cui lo troviamo è quello di una generale devastazione, a seguito di un’invasione straniera e della punizione del Signore ai nemici del Suo popolo, personificati da dei cedri del Libano: «Ecco il Signore, Dio degli eserciti, che strappa i rami con fracasso; le punte più alte sono troncate, le cime sono abbattute. È reciso con il ferro il folto della selva e il Libano cade con la sua magnificenza» (Is 10,33-34). In mezzo a questa foresta di alberi abbattuti troviamo anche il tronco della famiglia di Iesse (padre del re Davide), tagliato alla base e apparentemente morto. Invece, a sorpresa, «Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici» (Is 11,1). È qui presente una tematica cara ad Isaia, quella del “resto”: una piccola parte del popolo rimasta fedele al Signore e sopravvissuta alla punizione divina, da cui nascerà vita nuova (cfr. per esempio Is 4,3-6; 6,11-13; il nome del figlio di Isaia in 7,3: “un resto tornerà”; 10,20-23).
 
 
Ecco le qualità del Germoglio: «Su di lui si poserà lo spirito del Signore, spirito di sapienza e di intelligenza, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di timore del Signore» (Is 11,2). Lo Spirito del Signore prenderà dimora stabile su di lui (questo indica il verbo ebraico utilizzato nel testo), colmandolo di doni: la «sapienza» indica la capacità di ben dirigere la propria vita, portandola a felice compimento (cfr. il post di Introduzione ai Libri Sapienziali), mentre «intelligenza» è riuscire a penetrare i misteri del mondo e del piano di Dio sulla storia; il «consiglio» permette di prendere decisioni importanti ed assennate (sulla base dei due doni precedenti), la «fortezza» di metterle in pratica superando ogni ostacolo. La «conoscenza» è qualcosa di molto concreto, la Bibbia usa questo termine per descrivere il rapporto coniugale tra uomo e donna: il Germoglio avrà una intimità unica e senza pari con Dio; infine il «timore del Signore» indica profondo e adorante rispetto per la divinità. Possiamo dividere i sei doni in tre coppie, che fanno del Germoglio una personalità davvero completa: ambito sapienziale, politico, religioso. Il settimo dono tradizionalmente riportato (“pietà”) è stato aggiunto nella traduzione greca dei LXX duplicando quello del “timore del Signore”: la pienezza, solitamente resa con il numero sette, nel testo ebraico è invece riportata con la quadruplice menzione dello Spirito, di identico significato (quattro come i punti cardinali).
Continuiamo con la descrizione del Germoglio: «Si compiacerà del timore del Signore. Non giudicherà secondo le apparenze e non prenderà decisioni per sentito dire; ma giudicherà con giustizia i miseri e prenderà decisioni eque per gli oppressi del paese. La sua parola sarà una verga che percuoterà il violento; con il soffio delle sue labbra ucciderà l’empio. Fascia dei suoi lombi sarà la giustizia, cintura dei suoi fianchi la fedeltà» (Is 11,3-5). «Giustizia» verso il popolo e «fedeltà» verso Dio gli saranno quindi intrinseche, a lui intimamente legate come gli indumenti citati. L’arrivo del Germoglio farà fiorire una nuova creazione, che riporterà all’ordine e alla pace delle origini (cfr. Gen 1-2), compresa l’alimentazione vegetariana. «Il lupo dimorerà insieme con l’agnello, la pantera si sdraierà accanto al capretto; il vitello e il leoncello pascoleranno insieme e un fanciullo li guiderà. La vacca e l’orsa pascoleranno insieme; si sdraieranno insieme i loro piccoli. Il leone si ciberà di paglia, come il bue. Il lattante si trastullerà sulla buca dell’aspide; il bambino metterà la mano nel covo di serpenti velenosi. Non agiranno più iniquamente né saccheggeranno in tutto il mio santo monte, perché la saggezza del Signore riempirà il paese come le acque ricoprono il mare» (Is 11,6-9).
Anche in questo caso l’identificazione più prossima del misterioso Germoglio potrebbe essere con re Ezechia, figlio di Acaz e fedele alle parole del Signore. I cristiani vi hanno visto la figura di Gesù, di cui il Battista riporta questa considerazione: «Ho visto lo Spirito scendere come una colomba dal cielo e posarsi su di lui. Io non lo conoscevo, ma chi mi ha inviato a battezzare con acqua mi aveva detto: L’uomo sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito è colui che battezza in Spirito Santo. E io ho visto e ho reso testimonianza che questi è il Figlio di Dio» (Gv 1,32-34).
Nel prossimo post cominceremo la lettura della seconda parte del libro di Isaia (capitoli 40-55).